Dopo mesi nei quali si sono moltiplicate le richieste d’attenzione e i campanelli d’allarme per una situazione non più sostenibile, tanto per i medici che per i pazienti, FIMMG, FIMP, FMT, SMI, SNAMI e il SUMAI Assoprof non vedono oggi altra soluzione che avviarsi verso una protesta unitaria dei medici convenzionati con il Servizio sanitario nazionale che solidifichi e renda univoco il disagio dei professionisti già espresso dalla area della dipendenza medica e infermieristica.
«A fronte di un grave disagio e di una profonda sofferenza manifestata dall’intera categoria, nella Legge di Bilancio perdura da parte dei decisori politici l’assenza di iniziative volte a stanziare risorse aggiuntive per il raggiungimento degli obiettivi di politica sanitaria. Questo, nonostante gli sforzi e le necessità rappresentate più volte dallo stesso Ministro della Salute con richieste di stanziamenti più significativi sui professionisti».Di qui la possibilità che nei prossimi giorni tutte le OOSS dell’intersindacale convenzionata possano decidere di unirsi alla protesta dei medici dipendenti.
Da parte dei sindacati, a tutela dei lavoratori ma anche della salute dei cittadini, si pone infatti l’imperativo di esprimere con la massima forza possibile il proprio dissenso per una Legge di Bilancio che stanzia per gli operatori della sanità risorse inadeguate, addirittura del tutto assenti per la medicina convenzionata, nonostante la riforma preveda il potenziamento della medicina territoriale – dimenticata persino in prospettiva 2026 sotto forma di possibili incentivi, detassazioni e decontribuzioni, a differenza dei dipendenti, utili a sostenere lo sforzo assistenziale prodotto dai singoli medici, che pagano in proprio i fattori di produzione o subiscono la differenza di retribuzione con i colleghi con i quali lavorano fianco a fianco tutti i giorni per 365 giorni all’anno.
Alla mancanza di risorse, per le organizzazioni sindacali della medicina generale e per la specialistica ambulatoriale, si aggiunge la beffa del finanziamento delle borse per le Scuole di Specializzazione meno richieste. Sono dimenticati investimenti sul Corso di FormazioneSpecifica in Medicina Generale che già da anni ha un tasso di copertura delle borse tra i più bassi con una remunerazione per ogni singola borsa di studio che è inferiore alla metà diquanto previsto per le borse universitarie.
Un dato che si traduce di fatto nella scelta di disinvestire nel futuro della medicina generale e della specialistica ambulatoriale pubblica e, in assoluto, nell’assistenza primaria che il Servizio sanitario nazionale deve garantire ai cittadini, vista anche la grave carenza di medici di famiglia e di specialisti ambulatoriali che è ormai emergenza in tutta Italia.

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