Si scrive sperimentazione, si legge ulteriori tagli e confusione nei servizi territoriali. Dopo l’annuncio in pompa magna dell’assessore alla sanità del Lazio, Alessio D’Amato, sul’ apertura dei PAT (punto di assistenza territoriale) h 24 nel Comune di Cisterna, la realtà è ben diversa.
Secondo l’ Assessore la continuità assistenziale sarà garantita dalla presenza in loco in orario notturno “dalla guardia medica” (la guardia medica è stata abolita da anni, adesso si chiama medico di assistenza primaria a quota oraria) che contemporaneamente come da contratto deve assicurare le visite domiciliari nei paesi limitrofi richieste alla centrale di ascolto.
E’ evidente a quasi TUTTI che i compiti e le funzioni del medico di assistenza primaria a ciclo orario sono ben diversi da quelli del medico di urgenza che è formato con corsi specifici per assicurare tale attività, così come sono diverse le prestazioni garantite, le strumentazioni disponibili ma soprattutto le modalità di accesso per l’emergenza.
Particolare fondamentale in quanto al PAT si può accedere liberamente mentre all’ambulatorio di continuità assistenziale si accede dopo filtro della centrale d’ ascolto, mischiare le 2 cose è pericoloso in primis per i cittadini. In questa sperimentazione può succedere che un cittadino, con un problema di salute, che si reca in questo ambulatorio di Cisterna trovi solo l infermiere perché il medico è uscito per una visita domiciliare. Chi gestisce questo problema di salute del cittadino? Deve essere chiara la separazione tra l’ attività di medicina generale, assicurata nelle ore notturne dai medici del ruolo unico a ciclo orario e quella di emergenza urgenza.
A tale proposito nell’Accordo Collettivo Nazionale del 28 aprile 2022, vi è una sessione a parte, dall’art. 62 in poi, che disciplina in maniera specifica l’Emergenza sanitaria territoriale del tutto ignorato da questa cosiddetta sperimentazione.
LO SNAMI BOCCIA LA PROPOSTA DELLA ASL DI LATINA E DELL’ ASSESSORE D’AMATO PRESENTATA IN COMITATO AZIENDALE.
Per inciso l’ attività dell’emergenza urgenza nel Lazio nel territorio è appaltata ai privati ed inoltre i medici che lavorano nella centrale di ascolto sono precari da oltre 30 anni. Non c’è una visione d’insieme della gestione del malato sia esso acuto o cronico. I principale pdta per: diabete, scompenso cardiaco, bpco e TAO non sono stati attivati in gran parte delle ASL o ne sono stati attivati solo alcuni e solo in qualche distretto, senza che l’ Assessore si senta in obbligo di intervenire per assicurare equità di accesso e prestazioni in tutta la Regione.
Quanto alla mole di investimenti citata dall’Assessore dovrebbe spiegare anche a chi sono destinati questi investimenti, perché in questa sperimentazione non ve ne è traccia; anzi le attività ambulatoriali aggiuntive svolte non sono retribuite e la quota oraria attuale per il ciclo orario è inferiore a quella degli ambufest, delle USCAR e delle vaccinazioni negli HUB.
Al solito GRANDI ANNUNCI, ZERO INVESTIMENTI, penalizzazione dei cittadini e dei medici che lavorano con l’unico obiettivo da raggiungere il TAGLIO MASCHERATO DEI LEA.
Poi si lamentano che i medici del Lazio si trasferiscono in altre regioni o all’estero.
Dott. Giuseppe Lanna – Presidente SNAMIRoma