Lo SNAMI prende una posizione netta sulla recente evoluzione della trattativa sindacale in ambito medico. Il Comitato Centrale e il Consiglio Nazionale del sindacato, riuniti il 1° febbraio in via telematica, hanno deliberato l’uscita dall’intersindacale, denunciando una frattura insanabile con le altre sigle partecipanti. “Non possiamo accettare – dichiara il presidente Angelo Testa – che una parte dell’intersindacale partecipi ad iniziative politiche su disegni di legge riguardanti la medicina territoriale, esprimendo apprezzamenti che non rappresentano la posizione comune. Così facendo, si è tradito il principio di unità che avevamo condiviso il 25 gennaio a Roma.”
Lo SNAMI evidenzia anche una crescente preoccupazione per il ruolo della FNOMCeO. “La Federazione deve rispettare il proprio ruolo istituzionale senza ingerire nella contrattazione, che è una prerogativa sindacale. Ogni sconfinamento in tal senso è inaccettabile”, prosegue Testa.
Il sindacato lancia un allarme sulla crisi della medicina generale: “Senza soluzioni concrete, i medici andranno via: chi è vicino alla pensione lascerà la professione, mentre i giovani sceglieranno altre strade. Il risultato sarà un disastro per i cittadini”, avverte il presidente dello SNAMI.
Per questo, il sindacato chiede un’attenta valutazione di tutte le possibilità contrattuali, con l’obiettivo di tutelare i medici e garantire un’assistenza sanitaria territoriale di qualità.
“Lo SNAMI non starà a guardare mentre la medicina generale viene smantellata, chiediamo al Ministro della Salute e alle Regioni l’immediata apertura di un tavolo di confronto” conclude Angelo Testa.
