«Basta con le accuse infondate ai medici di famiglia. Il problema è l’inefficienza del sistema ospedaliero e dell’emergenza», dichiara Angelo Testa, Presidente SNAMI, in risposta alle parole di Fabio De Iaco, presidente della Società Italiana di Medicina d’Emergenza-Urgenza. «Se i pronto soccorso sono al collasso, la causa è un’organizzazione ospedaliera incapace di gestire sia le emergenze sia le necessità diagnostiche dei cittadini. I medici di famiglia si occupano di cronicità, prevenzione e continuità delle cure, non di emergenze. I cittadini si rivolgono ai pronto soccorso per evitare le lunghe attese degli ospedali e accedere a esami diagnostici che solo le strutture ospedaliere possono offrire con il “subito e gratis”», sottolinea Testa.

Gianfranco Breccia, segretario nazionale, aggiunge: «È inaccettabile che i medici del pronto soccorso dimettano senza che prescrivano farmaci, senza seguire linee guida o piani terapeutici e senza i certificati di malattia, rimandando ai medici di famiglia la regolarizzazione delle loro mancanze. I pronto soccorso non funzionano perché gli ospedali sono mal organizzati e senza posti letto, non per carenze del territorio. Le case di comunità non risolveranno il sovraffollamento: serve personale, risorse e una pianificazione seria, non strutture edilizie da riempire».

Conclude Simona Autunnali: “La logica che bisogna pesare le inefficienze del territorio con l’aumento degli accessi in pronto soccorso è una fallacia logica. La medicina di famiglia deve essere pesata sugli esiti delle cure infatti, secondo i dati OCSE, è al terzo posto in Europa per numero più basso di ricoveri evitabili e accessi in PS per quanto riguardo asma, bpco e diabete. Il DM 70 ha tagliato i posti letto negli ospedali senza investire nel territorio ed il risultato è sotto gli occhi di tutti”.

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