Alla luce di 2 recenti studi (lo studio americano VITAL: LeBoff M et al, NEJM 2022 e lo studio europeo DO-HEALTH: Bischoff-Ferrari HA et al, JAMA 2020), ha aggiornato la Nota 96 (determina AIFA n. 48/2023 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 43 del 20 febbraio 2023) abbassando a valori:

< 12ng/ml il limite al di sotto del quale è prescrivibile a carico del SSN per i soggetti con riscontro occasionale di ipovitaminosi con o senza sintomi associati, attribuibili all’ ipovitaminosi (ASTENIA INTENSA, MIALGIE, DOLORI DIFFUSI O LOCALIZATI, FREQUENTI CADUTE IMMOTIVATE)

<20ng/ml il limite al di sotto del quale è prescrivibile a carico del SSN per i soggetti in terapia con farmaci interferenti con il metabolismo della vitamina D (antiepilettici, glucorticoidi, antiretrovirali, antimicotici, colestiramina, ecc. ) o affetti da malattie che possono causare malassorbimento nell’adulto

<30 ng/ml il limite al di sotto del quale è prescrivibile a carico del SSN per i soggetti con diagnosi di iperparatiroidismo primario o secondario oppure affette da osteoporosi da qualsiasi causa candidate alla terapia remineralizzante. In questo caso la correzione dell’ ipovitaminosi dovrebbe essere propedeutica all’ inizio della terapia.

indipendentemente dalla determinazione del dosaggio è prescrivibile in classe A con nota 96 per:

– persone istituzionalizzate

– persone con gravi deficit motori o allettate che vivono al proprio domicilio

– donne in gravidanza o in allattamento

– persone affette da osteoporosi da qualsiasi causa non candidate a terapia remineralizzante

La spesa per la Vitamina D a carico del SSN è di oltre 200 mln annui. Con la prima versione della Nota 96 i consumi si erano ridotto ma dall’ultimo monitoraggio a 31 mesi dall’applicazione l’ Aifa segnalava che stava perdendo di efficacia. Una segnalazione a mio avviso alquanto bizzarra. Stava perdendo di efficacia perché ormai i MMG, nonostante i continui controlli delle commissioni appropriatezza, stavano diventando meno scrupolosi nell’ applicazione della nota? No. La realtà è che i pazienti con ipovitaminosi D continuano ad avere uno stile di vita che privilegia le attività al chiuso siano esse il lavoro o le attività sportive, per cui nonostante la supplementazione raccomandata della precedente versione della Nota 96 arrivavano pochissime volte oltre il limite di 20ng/ml.

Ora prendiamo atto di queste nuove evidenze che la supplementazione di vitamina D non è in grado di modificare il rischio di frattura nella popolazione sana almeno che il dosaggio non sia < a 12ng/ml. Auspichiamo che la classe medica, nelle loro prescrizioni, si adegui a questa versione aggiornata della Nota 96 in modo che i pazienti abbiano una comunicazione chiara, univoca, senza fraintendimenti e vigileremo affinché ciò avvenga.

Dott. Giuseppe Lanna – Presidente SNAMIRoma

Documenti allegati: