Pochi giorni fa la Regione Lazio, con la determina n° G04240 del 07/04/2022 (che potete consultare in fondo a questa pagina), ha emanato gli “ INDICATORI 2022 SULLA SPESA FARMACEUTICA CONVENZIONATA E DPC”, che rappresentano il riferimento per l’attività delle CAPI ( commissione appropriatezza prescrittiva interdistrettuale). Le molecole che saranno oggetto di attenzione da parte delle CAPI riportate nella determina sono:

  1. inibitori di pompa IPP
  2. omega 3
  3. colecalciferolo
  4. l’associazione broncodilatatore-corticosteroide
  5. l’utilizzo del teriparatide biosimilare
  6. inibitori della HMG CoA reduttasi in associazione con ezetimibe

Vi è da dire subito che i dati si riferiscono ai primi 9 mesi dell’ anno 2021. Dall’ analisi dei singoli indicatori riportati emerge uno scostamento significativo per quanto riguarda l’ uso dei IPP con una media regionale di 34,2 Unità Posologiche/assistibili pesati rispetto all’ obiettivo di 27 UP. Inoltre per le terapie a lungo termine, ben il 50% delle prescrizioni riguarda il confezionamento da 14 unità posologiche, che se venissero commutate nel confezionamento da 28 UP comporterebbe un risparmio del 25%.

Tutti ben sappiamo che negli ultimi 2 anni, anche a fronte di compiti e funzioni non proprie della medicina generale, che purtroppo vengono reiterate, la ripetizione delle terapie cronica l’ abbiamo fatta spesso a notte fonda e quindi può esserci sfuggito questo particolare sul confezionamento che sicuramente sarà tenuto in debita considerazione per il futuro. Per quanto riguarda il target 2 la prescrizione degli omega 3, l’ obiettivo di best pratice regionale di 4,5 DDD/1000 ass pes/die non è stato raggiunto con un valore medio regionale di 6,89. Il target colecalciferolo merita una riflessione dettata dall’ andamento della spesa, in aumento in tutta Italia, e dalla pratica clinica quotidiana.

Dopo 20 mesi dall’entrata in vigore della Nota 96, da una iniziale riduzione della spesa nei primi mesi , osserviamo una ripresa dei consumi e non potrebbe essere altrimenti, in quanto ogni giorno vediamo pazienti carenti di vitamina D, per cui Il Target di 61 DDD/1000 ass/die è a mio avviso avulso dalla realtà.

Certamente è auspicabile e raccomandato, quando possibile e quando non espressamente prescritto con il piano terapeutico specialistico, l’uso di flaconi multidose al posto dei flaconcini monodose che comporterebbe, a parità di efficacia terapeutica, un importante risparmio per il servizio farmaceutico regionale. Il target 5 riguarda la prescrizione dell’ associazione boncodilatatore/corticosteroide che, in considerazione del fatto che le confezioni coprono il fabbisogno mensile, è stato fissato nella regione Lazio in 14 confezioni l’anno. Il target 6 riguarda l’ utilizzo del teriparatide biosimilare che nei consumi dei primi 10 mesi del 2021 è stato tendenzialmente raggiunto, per cui la Regione ritiene perseguibile portare l’ obiettivo all’ 80% del totale delle prescrizioni. Il target 7 riguarda l’ utilizzo degli inibitori della HMG CoA reduttasi in associazione predefinita con ezetimibe con obiettivo di raggiungere il 90% delle prescrizioni. Obiettivo perseguibile con il vantaggio di una maggiore aderenza alla terapia. Il target 8 riguarda l’uso del biosimilare di insulina Aspart il cui obiettivo è raggiungere il 50% delle confezioni. L’ultimo punto riguarda la spesa di compartecipazione da parte dei cittadini per l’acquisto di farmaci brand.

Una spesa molto elevata che trova la sua causa nella sostituzione incontrollata nelle farmacie del farmaco prescritto. Il cambio di colore delle scatole e delle compresse, oltre che della forma, crea disorientamento nel paziente con assunzioni incongrue, potenzialmente dannose e dell’aderenza. A meno di conclamate condizioni, nella farmaco-prescrizione i medici sono riluttanti all’uso della dizione “NON SOSTITUIBILE”, che può apparire come una volontà di preferire un determinato produttore. Questo è un retaggio del passato che va superato per garantire l’aderenza alle terapie dei pazienti.

In un’ ottica di sistema della gestione del farmaco si propone la fornitura, tramite farmacia ospedaliera, dei farmaci ai pazienti ricoverati nelle RSA, la regolare fornitura dei farmaci al momento della dimissione dall’ospedale per il primo ciclo di cura e soprattutto, nel post-intervento, nel caso di prescrizione di EBPM la fornitura dell’ intero ciclo di cura. Piccoli accorgimenti che porterebbero ad un sostanziale risparmio.

Concludo ricordando sempre che: “ le linee guida vengono tenute in considerazione soltanto laddove indichino standard dignostico-terapeutici conformi alla migliore scienza medica, e non quando siano espressive di logiche di contenimento dei costi del servizio sanitario, in contrasto con le esigenze di cura del paziente” (sentenza della Corte di Cassazione penale n. 11493/2013).

Dott. Giuseppe Lanna – Presidente SNAMIRoma

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